Il Giappone e' probabilmente uno dei paesi asiatici che piu ne ha risentito della crisi, data sia dalla dipendenza della propria econmia verso l'export (verso gli USA e l Europa), che dalla sua dipendenza dall'import per cio che consuma.
Con un numero di richieste di sussidio di disoccupazione aumentato di 11 volte rispetto all'anno appena passato,il 2008, l attuale governo giapponese ha annunciato una misura di reimpatrio per gli stranieri che decideranno di tornarsene nel proprio paese, facendosi carico delle spese per il biglietto di ritorno.
Tuttavia questi " stranieri" , peruviani e brasiliani sono stranieri per modo di dire. Discendenti di giapponesi che nel secolo scorso, spinti dalla poverta' immigrarono verso il Peru e il Brasile a lavorare nelle piantagioni di caffe, sono venuti in Giappone grazie alle misure emanate negli anni 90 dal governo per promuovere il ritorno in madrepatria dei loro ex cittadini. Grazie al visto di lavoro che il governo gli offri, piu di trecentomila nippo-brasiliani tornarono in Giappone, ma non conoscendo la lingua giapponese, la maggior parte delle opportunita di lavoro e carriera gli rimasero precluse e quetsi immigrati andarono ad occoupare quei lavoro i giapponesi non vogliono fare,nelle catene di montaggio delle grandi case automobilistiche,come Honda e Toyota. E come al solito quando scoppia una crisi,anche in questo caso con una crisi finanziaria di cui non si scorge ancora la fine,e' la fascia piu debole a venir colpita.
Personalmente, mi chiedo se la mania del Giappone di voler deumanizzare la sua societa non ne risentira di questa crisi economica. Forse queste onnipresenti macchinette verrano sostitutite da piccoli negozietti,alla cinese, per dare un lavoro a questa ondata di nuovi disoccupati.
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